A TAVOLA CON BOCCACCIO

 In blog, Eventi, Firenze, News

Caro Fishing Lab, quella telefonata me l’aspettavo. Da qualche giorno lo sentivo un po’ strano. Ha sempre avuto un carattere diverso dal mio. “Introverso”, dicevano di lui fin dai tempi delle medie. Poi, io ho fatto il Commerciale; sono uno che fa i suoi conti, io, mica un poeta maledetto come Ricca! Lui? ha scelto il classico, ovvio. Non è un secchione, è uno che… passa le ore su un verso di Dante. Io, invece, adoro le cose pratiche; io voglio far quadrare i conti, anche con le ragazze. Una che non mi si fila, per me, è una che non se ne intende. Ma Ricca è un tipo che, più gli sbattono le porte in faccia, più si innamora. Comunque: appuntamento davanti a voi, Fishing Lab, a Firenze in via del Proconsolo, ora di pranzo, più o meno. Lo vedo arrivare, in ritardo come sempre; il ragioniere che è in me, invece, mi fa essere sempre puntuale. Mani in tasca e sguardo da “amore disperato”, lo sapevo. Entriamo e troviamo posto al piano di sopra, dove una ragazza con degli occhi fantastici ci fa sedere e ci porge i menu con un sorriso da favola. Ricca non la degna di uno sguardo, mentre controlla senza tregua il cellulare muto. Lo so che è inutile far domande, meglio aspettare i “fiumi di parole” che, tra un totano ed un gamberetto fritti, gli sgorgheranno dalla bocca tra qualche minuto. Il tema è sempre Lei. La bionda, eterea e… e fidanzatissima Monica Monaci! Ora, come si faccia ad amare uno scioglilingua, lo sa solo Ricca. Io la trovo una ragazza come tante; lui, come dice sempre, pensa che sia semplicemente un angelo sceso dal cielo. Mentre inizia a raccontare, mi ricordo della prima volta che siamo venuti a pranzo qui da voi… “Lo vedi quello lì?” disse Ricca “quello vestito di scuro, ritratto nell’affresco, lo sai chi é?” Sinceramente io, non essendo mai venuto da Fishing, mi ero solo accorto che questo posto era pazzesco. Che, insomma, mi stavo mangiando un piatto di pesce in un vero e proprio museo. Ricca continuò a descrivere: “ Quello lì è il Boccaccio e la pensava esattamente come te, sull’amore. Doveva essere soprattutto un fatto fisico; scriveva splendide novelle un po’ audaci, anche sull’amore, ma il tutto aveva un senso solo se, come dire, si concludeva qualcosa”. Beh, mi dicevo io, chiamalo fesso. Ma lui continuò: “E quello accanto, lo sai chi è? Beh, quello sono io.” A me, sinceramente pareva Dante, anche se aveva il naso meno grosso di come lo avevo sempre visto sui libri. “Dante amò solo Beatrice, per tutta la vita. Il suo angelo sceso sulla terra… un amore unico” “Sì, dai, Ricca, l’amore sarà unico, ma questo posto com’è? Siamo in un museo, mangiamo pesce e spendiamo il giusto”. “Se è per questo” aggiunse “siamo di fronte ad un ciclo di affreschi del 300′, che rappresenta, tra altri figure allegoriche, i maggiori poeti toscani del Medio Evo. C’era anche Petrarca, ma lo sai che facevano qui dentro nel secolo scorso? Vendevano stoffe, con i rotoli di tessuto appoggiati alle pareti. C’è stato un accurato restauro, ma parte degli affreschi era ormai andata a farsi benedire..” “Beh, Ricca, che dire? mi spiace per Petrarca, ma i più forti siamo noi; Dante e Boccaccio resistono anche alle ingiurie del tempo. E chi ci ammazza, noi? Senti, ci prendiamo un’altra porzione di fritto mangiatutto? magari mezza, dai…”

Post suggeriti